La statua di San Giuseppe
In molte religioni la pratica della iconolatria (la venerazione delle immagini sacre) è uno degli aspetti fondamentali in cui la persona percepisce un contatto diretto con il Santo o chi per esso raffigurato. Nell’iconolatria rientrano raffigurazioni di tipo pittorico e di tipo scultoreo, di cui la tradizione cattolica è molto ricca. Molte sono le statue raffiguranti la Vergine Maria durante le fasi della sua vita o nei momenti delle sue apparizioni, oppure le immagini del Cristo partendo dall’età giovanile (o nella Sacra Famiglia, o in braccio a Maria, o in braccio a San Giuseppe), fino alla sua Passione, morte e Resurrezione.
Molti paesi, disseminati in ogni parte del Mondo, custodiscono nelle proprie case, nei luoghi di culto come chiese, basiliche, cattedrali e santuari, immagini raffiguranti questi personaggi. Restringendo il nostro punto d’interesse rimaniamo in Italia, più precisamente nel Mezzogiorno, dove la pratica delle raffigurazioni delle donne e degli uomini presenti nei testi biblici ed evangelici è ormai un’usanza radicata. Molte sono le feste dedicate in onore dei Santi, dove le statue che li raffigurano sono simbolicamente mostrate alla popolazione attraverso le processioni.
Tra i vari santi del sud-est barese possiamo trovare San Nicola, San Sabino, San Flaviano, San Benedetto e San Giuseppe. Proprio quest’ultimo è stato Patrono di diversi paesi, tra cui anche Noicàttaro che lo annovea tra i suoi “patroni” protettori. Il suo culto si consolidò nella seconda metà del XVI secolo grazie anche ai frati Carmelitani (Ordine Religioso fondato nel XIII secolo sul Monte Carmelo, in Palestina), che l’avevano eletto nel 1621 loro Patrono.
In molte case, durante le celebrazioni in onore del Santo, si allestivano altarini con candidi panni ricamati e addobbati con fiori (le violacciocche, chiamate in dialetto nojano “i fiaur d San G-sepp”) e ceri accesi davanti a un quadro del Santo.
Molteplici sono le immagini di San Giuseppe ubicate nelle Chiese di Noicàttaro, ne vogliamo ricordare le principali, per il posto di onore che viene riconosciuto.
La Chiesa del Carmine custodisce la nicchia dei Santi Patroni: la statua di San Giuseppe è affiancata a quella della Vergine del Carmelo, diventata “Protettrice Principale di Noja” il 31 agosto 1805 con rescritto pontificio di Papa Benedetto XIV. Nello stesso documento San Giuseppe, suo sposo, è infatti riconosciuto “Protettore” anche se definito meno “Principale”. Questa statua rappresenta il Santo con abiti tipici indossati dagli Ebrei ai tempi di Gesù. Ovvero, una lunga tunica blu, un abito esterno dorato, detto mantello e ai piedi i sandali. Con il braccio destro, San Giuseppe, sorregge il Bambin Gesù appena venuto al mondo, e nella mano sinistra mantiene un bastone con dei gigli in cima. Sul capo porta la classica aureola che ne conferisce lo status di Santo. L’attribuzione della sua realizzazione è affidata a un certo Guerra Michele con notizie risalenti a fine XIX secolo e inizio XX secolo; infatti, sul lato sinistro della scultura è presente una iscrizione che riporta: “Michele Guerra di Vincenzo/di Bari scolpì l’anno 1877- ”.
Invece nella Chiesa madre esisteva nella navata sinistra un altare, definito privilegiato perpetuo e dedicato al Santo, con una tela di Umberto Colonna risalente al 1943. Dalle conclusioni capitolari del 29 agosto 1844 risulta però che qui in precedenza era collocata una statua in cartapesta del santo, attualmente collocata nella Chiesa di Santa Lucia, che venne appositamente riadattata e riparata da un artista locale. Il valore artistico di questa immagine è tutta condensata nell’espressione del volto che è in legno policromo finemente lavorato e che risalirebbe ad un’epoca precedente a detto restauro
Il 19 marzo ricorre la festa liturgica di San Giuseppe durante la quale, nei tempi passati, si usava accendere il falò (le fanove) in diverse zone del paese, dove la gente si radunava per recitare il rosario e consumare convivialmente biscotti e focacce. Col tempo queste usanze sono andate via via scomparendo, ma in questi ultimi anni, la comunità parrocchiale del paese sta cercando di recuperare il valore storico e culturale di questi rituali con l’importanza che questo Santo ha avuto ed ha per Noja. L’impegno di animare i vicoli del centro storico, costruito a forma di cuore, è quello di farlo pulsare almeno in queste occasioni per aiutare la comunità a non dimenticare le proprie origini.